The show must go off

27.02.2015 12:34

 

Su questo blog per la prima volta decidiamo di parlare di calcio. Ma non perché é lo sport più popolare in Italia; non perché il calcio tira come poche altre cose (e ci siamo capiti); non perché é una delle aziende più grandi che ci siano nel nostro paese; non perché a differenza delle altre aziende “anche se è in rosso fa lo stesso”; non perché ci sono procedimenti penali sulle scommesse clandestine ormai da anni; non perché non c’è mai un caso di doping e sono tutti agnellini; no, niente di questo.

 

Scriviamo di calcio perché, udite udite, abbiamo scoperto che si può dire basta prima che arrivi il morto. Eh già, qui da noi abbiamo dovuto aspettarli per “fermarci un attimo”, e sono arrivati: Vincenzo Spagnolo a Genova e Filippo Raciti a Catania. Tsipras, che per una volta (ma solo una) non chiamiamo in causa per debiti e arretrati, ha detto basta prima. Fermare il calcio può suonare come una bestemmia in chiesa o peggio ancora come un “che cos’è il fuorigioco?” detto nel bar sotto casa. E invece si può. Si può mettendo in discussione una frase accettata quasi come un undicesimo comandamento, ma che a differenza dei primi 10 (ma anche su quelli ci sono dei dubbi) non è scritta da nessuna parte: “The show must go on”. No, lo show non può continuare sempre e comunque. Con questa frase, inventata da chi deve riempire un palinsesto e farci arrivare, possibilmente svegli, alla prossima pubblicità, abbiamo chiuso gli occhi su tante, troppe cose.

 

E’ quasi sicuro che Tsipras non realizzerà nessuna rivoluzione in Grecia e con la Grecia, ma con la sospensione del campionato una piccola rivoluzione l’ha già fatta, quella di mettere un limite ad una situazione che per motivi di business e interessi vari, era intoccabile. I comandamenti sono 10. 10 e non più di 10 (finalmente). 

 

L.R.