#JeSuisCharlie

08.01.2015 09:13

Noi siamo Charlie


Mercoledì 7 gennaio alle ore 11 abbiamo assistito ad un attacco diretto contro la libertà di satira e di espressione. Dieci giornalisti tra cui Stephan Charbonnier, detto Charb, i tre vignettisti Cabu, Tignous e Georges Wolinski, l'economista Bernard Maris, e due poliziotti, hanno perso la vita durante un attentato vile, perpetrato in nome di un anacronistico e pericolosissimo integralismo religioso.


Charlie Hebdo è un settimanale satirico francese che dal 1960 bersaglia i politici sia di centro destra che di sinistra con la sua satira tagliente. E' sempre stato considerato un modello per chi difende la libertà di stampa e di espressione, ed è a causa di ciò che nel corso degli anni ha subito numerosi attentati. Ma mai nessun atto è stato così tragico come quello del 7 gennaio.


La cronaca ci dice che un commando di tre uomini armati di Kalashnikov ha attaccato la sede del giornale durante la riunione settimanale di redazione. Cinque minuti di furia omicida hanno portato alla morte di 12 persone ed al ferimento di altre 8, di cui 5 gravissime. I colpevoli dovrebbero essere integralisti islamici legati ad Al Qaeda.


Subito sono arrivate le varie condanne, contraltari ai vari "Ve lo avevo detto" e alle speculazioni della tragedia, ai vari squallidi usi elettorali, sulle quali spiccano quelle degli "intellettuali" nostrani Matteo Salvini e Maurizio Gasparri. Il primo ha dichiarato: "Il nemico ormai ce l'abbiamo in casa. Bloccare l'invasione clandestina in corso, subito. Verificare chi, come e perché finanzia moschee e centri islamici. Chi non rispetta la vita e la libertà, non merita niente. Un pensiero per le povere vittime, disgusto per i politici incapaci". Il pensiero alle vittime per lui è degno solo della quinta frase... Ma visto che non c'è mai fine al peggio ecco arrivare la risposta di Gasparri, che non cita nemmeno le vittime: "L'Occidente se ne accorge ancora una volta troppo tardi, quando dovremmo essere più implacabili sempre e stroncare sul nascere ogni germe di fanatismo integralista. Basta ai barconi carichi di clandestini ma anche di predicatori dell'odio. Non possiamo rinunciare alla democrazia e alla libertà di espressione come di satira. Sarebbe una resa inaccettabile. Ma bisogna reagire. Sappiamo chi sono e dove sono. Serve un'offensiva militare decisa. Meno soldi per pagare i riscatti. Usiamoli per armare gli aerei e colpire le centrali del terrorismo". In poche parole per lui bisognerebbe fare una guerra...

Vorrei ricordare a queste persone che violenza chiama sempre violenza, è la storia che lo insegna, la risposta deve essere politica, con un affermazione forte di tutti riguardo alla difesa di ogni libertà, compresa quella di satira. 


Chi scrive pensa che ci sia un problema vero, l'estremismo islamico in quanto appunto estremista perde ogni connotazione positiva, come lo è però ad esempio quello di destra a stampo xenofobo. Per risolvere questo problema non bastano solo parole, ma un'azione politica congiunta di tutta l'Europa, un'azione che superi le semplici ipocrisie e che non si basi su una politica becera e semplicistica che reputa l'Islam come una cultura inferiore e sanguinaria solo per colpa di assassini che si nascondono dietro una religione per commettere azioni delittuose.


A sostegno di ciò vorrei dire che uno dei due poliziotti uccisi aveva 42 anni e si chiamava Ahmed, nome di chiare radici arabe, ed è stato freddato con un colpo alla testa dai terroristi mentre faceva il suo lavoro.


Oggi però la politica per un attimo deve passare in secondo piano, i vari Salvini, Gasparri, Santanchè dovrebbero tacere dinnanzi a tale tragedia e tutti insieme dovremmo dire con forza: Noi siamo Charlie


Matteo